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La grafologia è una disciplina che ci consente di comprendere molti aspetti di noi stessi, attraverso l’analisi dei segni grafici.

Nella scrittura, infatti, sono impressi i tratti del nostro essere, una combinazione di adattamento, di apprendimento, ma anche l’espressione personale e assolutamente individuale che si modula ed evolve durante tutta la vita. Dalla scrittura si può, infatti, rilevare il tipo di intelligenza, la capacità relazionale, la nostra emotività e affettività, nella complessa dinamica tra motivazioni e compensazioni, mondo interiore e mondo sociale, bene e male, quel lato oscuro presente in ognuno di noi, più o meno sviluppato, più o meno controllabile.

Con l’analisi grafologica, è possibile far emergere alcuni tratti di disagio emotivo ed affettivo, in quanto rappresentano due sfere complementari che possono manifestare conflitti interiori, difficoltà nell’esprimere noi stessi e nel relazionarci agli altri in modo empatico e aperto.

Durante il seminario faremo molti esempi pratici, alla scoperta dell’essenza più naturale dell’essere umano, dell’emotività e dell’affettività, che nella società attuale sembrano vivere una crisi profonda.

Uno degli aspetti che verranno affrontati in quanto strettamente legato all’affettività e all’emotività è la gestione dello spazio.

A livello simbolico rappresenta lo spazio in cui ci muoviamo, il mondo circostante, come ci relazioniamo all’ambiente.

Il FOGLIO BIANCO su cui ci si accinge a scrivere, è uno sfondo vuoto, pura potenzialità, il ‘non esiste’, il ‘non detto’, l’ignoto.

La traccia di inchiostro entrerà in rapporto con il bianco, lo occuperà in parte: per quanta parte e come, sarà legato al rapporto che ciascuno ha con chi lo circonda, con l’ambiente, ma anche col proprio inconscio.

Un ulteriore aspetto connesso all’affettività è la forma della scrittura, o più la nostra grafia sarà arrotondata o più ci sarà accoglienza e apertura nei confronti degli altri ma anche una necessità di riconoscimento affettivo, ancora più se il tratto, altro aspetto importante, sarà pastoso, ossia pieno, spesso.

Le emozioni, invece, è l’espressione di un vissuto interiore, sia organico che funzionale, che ne determina la qualità positiva, come la gioia, o negativa, come la tristezza, o ancora, neutra, come la speranza.

La nascita delle emozioni, il loro formarsi, definirsi, finalizzarsi e esaurirsi è determinato da integrazioni cerebrali assai complesse e non ancora del tutto note.

Nella società attuale si sta vivendo una vera e propria crisi delle emozioni, della sfera emotiva dell’individuo.

La grafologia, in tal senso, ci può aiutare a decifrare questa complessa sfera personale.

Il rigo, ad esempio, ci parla di PROGETTUALITA’. Ci indica la nostra strada, è la nostra guida, il nostro itinerario. Ognuno di noi ha un rigo ideale diverso dall’altro. Ci indica il suolo sul quale camminiamo, la nostra STABILITA’ EMOTIVA. Se il RIGO è OSCILLANTE o eccessivamente DISCENDENTE, è indice di instabilità emotiva, tendenza allo scoraggiamento, a lasciarsi andare, a vivere stati di profonda tristezza e blocco.

Lo stato emotivo si può inoltre delineare attraverso l’analisi del tratto, la colata di inchiostro, e la pressione, ossia l’energia impressa sul foglio a livello grafo-motorio e celebrale.

Un tratto diseguale e una pressione variabile potrebbe essere sintomo di una difficoltà a gestire le proprie emozioni, alternando stati di profondo sconforto a motti di aggressività e rivalsa, con rapporti interpersonali complessi.

Di questo e molto altro parleremo durante il seminario.

AFFETTIVITÀ ED EMOTIVITÀ NELLA SCRITTURA