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Bambini e autostima. Come migliorarla?


Da genitori quello che più ci interessa è che i nostri figli siano felici, che siano dei bambini felici oggi e che diventino degli adulti felici domani.

Al di là di quello che faranno nella loro vita, del percorso scolastico e lavorativo che sceglieranno di intraprendere, ciò che ci auguriamo è che diventino delle persone equilibrate e adeguate alla vita, capaci di inseguire e realizzare i propri sogni e di far fronte ai piccoli e grandi ostacoli che inevitabilmente incontreranno…insomma, che se la sappiano cavare anche senza di noi. Perché questo è lo scopo dell’educazione, non crescere dei figli bamboccioni o eterni Peter Pan, ma far sì che i bambini diventino degli adulti autonomi, indipendenti, liberi e responsabili.


Precondizione affinché questo avvenga è farli sentire desiderati, voluti, amati e soprattutto accettati per quello che sono. Ogni bambino è diverso, è unico e speciale e per questo non paragonabile ad altri. Ogni bambino è un universo a sé e va accettato per quello che è e non per quello che vorremmo che lui fosse. Amarlo, però, non significa proteggerlo eccessivamente e sostituirci a lui anche quando non ce n’è un effettivo bisogno, amarlo significa fornirlo di tutti quegli strumenti utili e necessari affinché possa spiccare il volo da solo. Il ruolo del genitore è credere nei propri figli, credere che quell’esserino che abbiamo messo al mondo piano piano possa farcela anche senza di noi, credere nella sua intelligenza e nelle sue potenzialità.


Ma allora partendo da questi presupposti, quali possono essere dei suggerimenti pratici per far sì che un bambino sviluppi una buona autostima e viva serenamente con se stesso e con gli altri? Il tema dell'autostima è strettamente connesso al tema dell'autonomia soprattutto nei primi anni di vita del bambino, quando non ha ancora sviluppato una capacità di pensiero astratto e si basa soprattutto sulle conseguenze dirette del suo agire, sul qui ed ora, per esplorare il mondo e per conoscere e apprezzare se stesso. Proprio per questo dobbiamo metterlo concretamente nelle condizioni di potersi sperimentare, di fare delle esperienze di vita pratica, e se non domanda aiuto dobbiamo permettergli di tentare e ritentare anche mille volte, di riuscirci e di farcela da solo, avendo fiducia in lui e reputandolo capace di sostenere la frustrazione derivante dall’impossibilità di soddisfare subito il suo bisogno.


“Che cosa sarebbe la vita se non avessimo il coraggio di fare tentativi?”

O, ancora

“Il successo talvolta è il risultato di una lunga serie di fallimenti” (Vincent Van Gogh)


Un altro tema fortemente connesso all’autostima è la gestione delle emozioni, più un bambino sarà in grado di gestire le proprie emozioni più si sentirà meglio con se stesso. Le emozioni sono delle reazioni spontanee e involontarie del nostro corpo alle cose che accadono, sono passeggere, come arrivano se ne vanno, l’importante è legittimare sempre ogni vissuto e insegnare ai bambini a riconoscerle e a elaborarle. Per fare questo anche noi adulti dobbiamo partire dal riconoscimento e dall’accoglienza delle stesse, ricordandoci sempre che il comportamento del bambino di un determinato momento non qualifica l'identità della sua persona, così come vale per gli adulti, e che il nostro intervento educativo deve essere sempre rivolto all’agito, a ciò che il bambino fa, e non all’essere, a ciò che il bambino è, questo deve essere sempre tutelato e incoraggiato.


In qualche modo il feedback sulla persona sembra instillare un senso “contingente” del proprio valore, come se questa fosse degna unicamente se va tutto bene o se eccelle, invece il messaggio che deve passare è che la persona è un valore a prescindere dalle caratteristiche e dalle abilità che possiede, la persona è un valore in quanto tale. Il bambino non deve mai temere di perdere l’affetto dei propri genitori, anche se quel giorno si è comportato male o ha fallito nel conseguimento di un compito, perché il bene non è mai messo in discussione e sarà proprio questo a rassicurarlo e a consentirgli di apprendere nuove acquisizioni. Questo non significa avere un atteggiamento arrendevole rispetto a ciò che accade, ma comprendere che sbagliare fa parte dell’esperienza umana e porre piuttosto l’accento sulle modalità con cui il bambino ha affrontato un compito, valorizzandone l’apprendimento, le sfide, l’impegno e le strategie, spronandolo a dare sempre il meglio di sé, rinforzandolo in senso positivo e offrendogli l’aiuto necessario per migliorare.

Ma c’è di più, come ogni essere umano anche e soprattutto i bambini sono in continua evoluzione, cambiano nel corso del tempo e in relazione ai diversi contesti, e questo in prospettiva lascia molto spazio all’intervento educativo e alla dimensione della speranza e del cambiamento. Senza dubbio fare i genitori è un compito molto difficile, una sfida complessa, oggi ancor più che in passato. Ma se è vero che i genitori “perfetti” non esistono, è quantomeno possibile e doveroso cercare di essere genitori affidabili, prevedibili e coerenti nell'esempio e negli interventi educativi messi in atto nei confronti dei propri figli. Ecco allora che avere presente il funzionamento del bambino nelle diverse aree di sviluppo può essere utile per orientarci all’interno delle numerose richieste e sollecitazioni cui siamo sottoposti come genitori e per rispondere in modo adeguato ai loro bisogni.


Federica Gurzì, educatrice professionale e pedagogista, autrice del libro “Missione autostima. Educare i bambini attraverso il cinema”,

vi aspetta il 24 settembre con

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